NAPOLI – Enzo Moscato presenta alla decima edizione del Napoli Teatro Festival Italia, diretto da Ruggero Cappuccio ed organizzato dalla Fondazione Campania dei Festival presieduta da Luigi Grispello,  Raccogliere & Bruciare (Ingresso a Spentaluce), riscrittura dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Marters; uno spettacolo di cui è autore, regista ed interprete (insieme ad un cast, numeroso, che accoglie attori di più generazioni) il cui debutto, in prima nazionale è in programma venerdì 9 giugno (ore 21.00), alla Galleria Toledo di Napoli, con repliche il 10 e l’11 giugno (stessa ora).

“Portare sulla scena, dopo averla imbrattata qua e là di lingua e di suoni napoletani – scrive Enzo Moscato in una sua nota – l’incredibile Antologia di Spoon River, capolavoro di Edgar Lee Masters (tale da aver già rappresentato oggetto di studio e adattamento di autori italiani come Cesare Pavese, Fernanda Pivano e Fabrizio De André) è sempre stato un mio obiettivo. Ho cominciato a provarci sulla carta all’inizio del biennio 1994/95, mentre scrivevo e progettavo il testo-spettacolo Co’stell’azioni, lavorando di traduzione su piccoli brani e procedendo con grandissima cautela. Perché, si sa, quella di dare in altra lingua le parole, le emozioni, i suoni, i sensi di una diversa civiltà o etnia, lasciandone inalterata la verità profonda è un’operazione delicata e di responsabilità”.

Moscato sceglie 80 dei 263 frammenti dell’opera originale, componendoli in una inedita drammaturgia, dopo un lavoro, non continuativo, durato parecchi anni e, per dirla con le parole dell’autore e regista “molte prove di lavoro di scrittura traduttoria del testo poetico americano, per decidermi a darne finalmente una possibile versione scenica partenopea”.

In scena, oltre allo stesso Moscato, ci sono Giuseppe Affinito, Massimo Andrei, Benedetto Casillo, Salvatore Chiantone, Gino Curcione, Enza Di Blasio, Carlo Di Maio, Caterina Di Matteo, Cristina Donadio, Tina Femiano, Gino Grossi, Carlo Guitto, Amelia Longobardi, Ivana Maione, Vincenza Modica, Rita Montes, Anita Mosca, Francesco Moscato, Imma Villa con la partecipazione di Oscar e Isabel Guitto, Isabella Mosca Lamounier, Lucia Celi, Rosa Davide. L’allestimento scenico è arricchito dalle installazioni di Mimmo Paladino e dalle luci di Cesare Accetta; le musiche originali di scena sono di Enza Di Blasio, le ricerche musicali di Teresa Di Monaco, i costumi di Daniela Salernitano, il  trucco di Vincenzo Cucchiara, assistente alla regia è Angelo Laurino. Prodotto da Compagnia di Enzo Moscato con Casa del Contemporaneo e Fondazione Campania dei Festival.

Raccogliere & Bruciare (Ingresso a Spentaluce) trasforma la piccola e silenziosa Spoon River di Lee Masters in una babelica Neapolis e il cimitero sulla collina, dove i morti prendono la parola, diventa Partenope, uno sterminato obitorio cittadino, creatosi dopo l’ennesima eruzione del Vesuvio. Gli ottanta frammenti riscritti vengono non solo tradotti, ma ricodificati dalla penna del drammaturgo in un nuovo ordine linguistico e culturale, che restituisce un’opera inedita nella quale è possibile leggere lo stile e l’immaginario di questo grande Maestro della scena: “Ed ecco allora Raccogliere & Bruciare, messa in scena in versi e anagrammi esistenziali – continua Moscato – dove la piccola e molto silente little city di Spoon River è divenuta, per mano mia, la babelica Neapolis e il lillipuziano cimitero sulla collina, dove i morti rivivono e riparlano, esternando l’una e l’altra, la vita e la lingua, con algidi e indimenticabili ricordi epitaffiali, altro non può essere che Partenope medesima, divenuta sterminato obitorio cittadino, magari dopo l’ennesima (ma del resto prevedibile e attesissima) eruzione del Vesuvio. Metafora, quest’ultima, non tanto e non solo del dantesco contrappasso, dai Cieli voluto, per i tanti misfatti e delitti della famigerata ‘camorropolis’, quanto piuttosto del necessario fuoco distruttivo e rigenerativo di cui abbisogna un’opera per passare da una lingua all’altra, da una pelle sonora a un’altra, come pure da un genere e da uno stile di scrittura ad ‘altra’ cosa”.

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